Pagina:Stoker - Dracula, Sonzogno, Milano, 1922.djvu/141

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dracula 141

adesso avvolgeva la casa come se volesse penetrarvi ma non osasse. Il povero pazzo lanciava grida strazianti; pareva supplicasse disperatamente. Poi udii il rumore d’una lotta, i guardiani lo domavano certo. Presa dal terrore scivolai nel letto. Rialzai le lenzuola fin sopra la testa e mi turai le orecchie. Non avevo nessuna voglia di dormire e tuttavia il sonno dovette prenderai prestissimo perchè feci un sogno strano.

Aspettavo il ritorno di Jonathan, ero inquieta e come paralizzata e oppressa da un’atmosfera pesante e glaciale. Rigettai le lenzuola e constatai che il becco a gaz lasciato acceso per Jonathan non rischiarava più che con un piccolissimo punto rosso appena visibile nella nebbia che aveva invaso la stanza. Avevo gli occhi chiusi, certo e tuttavia vedevo attraverso le palpebre (quali assurdità si immaginano nel sogno!)

La bruma diventò più fitta e mi parve formasse una specie di pilastro nuvoloso sormontato dal puntino rosso del gaz. La stanza girò, poi vidi due punti rossi invece di uno; luccicavano come occhi. Mi ricordarono gli occhi rossi che vedemmo Lucy ed io nel cimitero, in quel bel tramonto. Mi parve che un viso livido si delineasse fra la nebbia, accostandosi a me. Non so perchè pensai allora alle tre orribili donne che Jonathan scorse in un raggio di luna. E mi parve di svenire per lo spavento.

Spero di non rifare simili sogni d’incubo; sono spossanti e nefasti per l’equilibrio mentale.

Una notte simile mi ha depresso più che se non avessi chiuso occhio.