Pagina:Stoker - Dracula, Sonzogno, Milano, 1922.djvu/191

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dracula 191


Vidi allora la bruciatura della fronte e capii. Finalmente sorse il sole e dissipò il mio terrore. La signora Mina dormiva profondamente. M’accostai ai cavalli per attaccarli; ma constatai che erano stesi al suolo, morti tutti.

5 novembre.

Lasciando lì la signora Mina addormentata, mi munii di un’accetta e m’avventurai solo verso il Castello, pronto a sfondare le porte. Erano tutte spalancate; ma per prudenza le tolsi dai cardini, per essere sicuro che non si rinchiudessero dietro a me.

Grazie alle indicazioni di Jonathan trovai senza fatica la via della cappella. L’aria era opprimente e come appestata da esalazioni sulfuree. Sapevo di dover trovare almeno tre tombe. Dopo un po’ di tempo, trovai la prima. Una giovine donna incantevole dormiva del suo sonno di vampiro. Era tanto bella ch’ebbi l’impressione di commettere un omicidio. M’immobilizzai davanti a lei, muto d’ammirazione e come affascinato. Ma con uno sforzo violento mi strappai da quella contemplazione e continuai le mie ricerche.

In un feretro vicino scopersi l’altra sorella bruna, e in un gran monumento la terza sorella bionda. Era di così fulgida bellezza in quel sonno voluttuoso che il mio cuore battè d’emozione. Ma m’irrigidii e continuai le mie ricerche. Non c’erano altre forme umane. Ne dedussi che il castello era abitato soltanto da loro.

Una gran tomba più signorile delle altre, portava quest’iscrizione: