gelosa delle sue bellezze e vuol essere contemplata nella sua
verginità. Quindi dirò sempre: viva le nostre Alpi lombarde! Qui
possiamo ancora lasciarci assorbire dagli incanti della natura
sulle cime solitarie, nel silenzio delle valli, non interrotto che
dal cupo muggir del torrente, dal canto quasi furtivo degli uccelli,
e dai gridi lunghi e sonori con cui si salutano dall’uno all’altro
greppo i pastori e le montanine. Qui ancora i costumi
incorrotti, contenta la vita, onesti i guadagni, spontaneo il saluto,
non servile l’ossequio, cordiali le esibizioni, disinteressata
l’ospitalità. Se tuttavia verrà giorno in cui le Alpi nostre siano
percorse dai viaggiatori come le Alpi svizzere, dirò: viva il progresso!».