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CAPO VII.


Etruschi


Se fu ingiusta la sorte annullando i fasti del più gran popolo che dominava Italia, innanzi che fosse Roma, non è lieve conforto all’umana virtù, che le nobili arti che quel popolo stesso sì degnamente esercitava ed amava, sien bastanti a rinnovarne la fama, e ad attestare al mondo, con opere di sua mano e d’ingegno, l’antica civiltà dell’Etruria. Questi nazionali monumenti, che ogni dì più maggiormente si traggon fuori delle sue ruine in gran numero, e che nel proseguimento di quest’opera saran materia di rilevanti considerazioni, fan certissima testimonianza che i civili Etruschi di lunga mano attendevano a quegli studi ed arti, che son mezzi di potenza e di decoro alle nazioni. L’istoria d’un popolo non ha di fatto importanza se non che dall’epoca della sua istruzione: nè meritan lode coloro, che senz’avanzamento di coltura morale son sterilmente invecchiati. Non basta che una nazione sia antica: è pur necessario che nella sua durata ella abbia giovato all’umanità di leggi, d’arti, e di ornati costumi.

L’origine degli Etruschi stava già inviluppata presso gli antichi in grandissime incertezze, e fu tema di nuove interminabili questioni pe’ moderni, sempre fecondi in controversie congetturali. Erodoto il quale riferiva, come ei dice, le cose che si narravano, senza