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96 CAPO VII.

esser tenuto a crederle totalmente1, scrive che vennero qua di Lidia condotti da Tirreno figliuolo di Ati, ma il suo schietto racconto si trova accoppiato a circostanze talmente favolose ed incredibili, che questo solo basterebbe a giudicarlo una novella2. Al contrario Ellanico, contemporaneo di Erodoto, darà ad intendere che i Tirreni fossero quei medesimi Pelasghi Tessali, che approdarono a Spina in sull’Adriatico, penetrarono nell’interno dell’Etruria, e vi dimorarono un tempo, prima che di nuovo errassero sotto il cognome di Pelasghi-Tirreni nell’Attica, e di là in Lenno ed Imbro, siccome narrava Mirsilio Lesbio3. Per un’altra storia di tradizione riferita da Plutarco4, si dicevano quei Pelasghi transitati dalla Tessaglia nella Lidia; di là nella Tirennia; e di nuovo in Atene e in Lenno: racconto che tendeva manifestamente a conciliare le due opposte sentenze d’Erodoto e d’Ellanico, senza aver per questo maggior fondamento di vero. E qui massimamente Dionisio, scioltosi dai lacci del suo proprio sistema, fa prova di sano criterio, dimostrando l’insussistenza e la fallacia insieme d’ambo quelle opinioni. Perciocchè non solo le istorie lidie di Xanto, autorevole scrittore, non facevan nessuna menzione di Tirreno, nè d’una colonia di Meoni passata

  1. Ἐγὼ δὲ ὀφείλω λέγειν τὰ λεγόμενα, πείθεσθαί γε μὲν οὐ παντάπασι ὀφείλω, καί μοι τοῦτο τὸ ἔπος ἐχέτω ἐς πάντα λόγον
  2. Herodot. I. 94.
  3. Vedi sopra p. 86.
  4. Romul. II.