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174 CAPO VIII.

dette Aborigeni, poichè il loro nome propio e natale s’era perduto.  Fu probabilmente l’empito grande delle spesse e rovinose invasioni de’ Liburni, che pose di tal guisa in movimento tutti i popoli Oschi, i quali abitavano alla sinistra costa dell’Appennino: e da queste altezze fra Amiterno e Rieti, di qual luogo Varrone fa muovere gli Aborigeni1, furon costoro risospinti e cacciati oltre l’Arno e il Tevere, dove abbattutisi ne’ Siculi-Aurunci, seguitaron dopo quelle fiere guerre, che cagionarono all’ultimo la rovina e la fuga di quelli2. Non è dubbiosa, al parer nostro, l’originale attenenza degli Aborigeni, che indi tolsero il nome di Casci o prischi Latini, col gran ramo degli Osci, usciti delle montagne degli Abruzzi qual riboccante torrente. E qualora consideriamo, che questa regione porge fisicamente il doppio fenomeno della massima elevazione appennina, e di centralità dell’Italia, puossi anche da questo intendere più facilmente, come molte popolazioni e tribù d’una medesima razza abbiano potuto disgiungersi l’una dall’altra, e seguire vie differenti, passando per lo tramezzo delle valli. Così lo stipite dei Sabini, secondo la narrativa di Catone3, provenne da una mano di coloro, che tenevano in vicinanza di Amiterno rustico domicilio: gli stessi che Zenodoto da Trezene chiamava Umbri4:

  1. Varro, L. L. iv. 10.
  2. Vedi p. 69.
  3. Ap. Dionys. ii. 49.
  4. Ibid.