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182 CAPO VIII.

ranto va seguitando il lido fino all’ultima punta d’Italia, per indi volgersi lungo tratto all’occidente oltre il Faro siciliano, si trovò all’ultimo generalmente occupata da popoli dell’Ellade, che indi posero a quelle beate contrade il nome di Magna Grecia. L’epoca della loro venuta, non men che la forma delle istituzioni, e l’alta lor ventura, saranno più sotto nobile materia di trattazione. Ma già si può intendere quanto duramente, e per quanti lati, le razze paesane fossero ivi, per le violenze de’ nuovi assalitori, vie più incalzate è riserrate ne’ monti Appennini. Per certo il terrore che suol generare ogni improvvisa invasione costrinse, quanto la viva forza, i popoli più prossimi alla marina di ritirarsi addentro in montuosi, sicuri, e distanti luoghi di rifugio. Gli animosi stranieri sopravvenuti l’un dopo l’altro in moltitudine, si presero così per lo sforzo d’armi offensive e difensive le terre lungo le spiagge a mare. Pure, anzichè i Greci dilatassero molto i conquisti nelle parti interne, e di mano in mano vi calcassero o vi distruggessero le schiatte indigene, come già nell’America i conquistatori europei, avvenne al contrario nel corso di pochi secoli, che i fieri paesini Osci, naturalmente nimici, sopravvivessero ai Greci, e restassero dominatori del natio terreno. Nè havvi cosa più vera, che tutti i coloni Italioti nel loro stato di massima forza, e di civiltà, si videro sempre attorniati da popoli numerosi, che si erano mantenuti liberi e invitti nelle sue dimore, sino a tanto che per nuovi accidenti e for-