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210 CAPO X.

E tali crediamo si fossero originalmente i Siculi, che le storie ci mostrano come i più antichi popoli della contrada, unitamente con gli Aurunci altri montanari, e legittimo ramo degli Osci1. Per le faticose e dure pene di questi Siculi-Aurunci ha dovuto il Lazio a mano a mano farsi più salubre, dimestico ed abitato: ma ben si conosce che vi lasciarono senza cura le spiagge maremmane nel loro stato naturale paludoso e malsano, poichè essi presero per se a dimora soltanto le sommità dei colli latini2. Vivendo essi, al modo degli altri popoli montani, vita pastorale, si comprende anche più aperto, come incalzati e oppressi dalle nuove tribù, che dagli Abruzzi si calarono sino al Tevere, potessero i Siculi abbandonare in moltitudine il già occupato paese, trasportando via con esso loro ciò, che unicamente li legava a quel suolo; voglio dire famiglia e gregge. Sì che di luogo in luogo, sempre inseguiti e cacciati da quelli sciami di fugatori, trapassarono nella meridionale Italia, sola via di scampo che avessero aperta, e di là in Sicilia, nel modo che abbiamo per avanti raccontato3.

I popoli che costrinsero i Siculi alla fuga furono senza dubbio tribù dei montanari, che si mossero dalle parti più centrali dell’Appennino. Son chiamati nelle storie Umbri, Opici, Aborigeni: diramazioni uguali d’una stessa famiglia originata dal grande stipite ita-

  1. Vedi p. 67, 161.
  2. Dionys. i. 16.
  3. Vedi pag. 69.