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CAPO X. 211

liano, detto degli Osci1. Gli Umbri s’innoltrarono sin presso all’Arno: all’opposto gli Aborigeni si fermarono ne’ luoghi intorno al Tevere, e vi posero la sede. Niuna tradizione del tempo antico tien più fede di vero, che quella raccolta da Varrone, la qual dalle sommità di Rieti fa discendere gli Aborigeni nel Lazio molto innanzi a’ tempi troiani2. Occuparono essi le terre che ivi tennero i Siculi, e tra quelle Saturnia, castelletto o villaggio in sul Palatino, che fu dipoi il primo seggio di Roma3. E per la loro mescolanza ed unione con quella porzione di Siculi, che non seguitarono i fuggiaschi, e sì ancora con Aurunci, venne a formarsi un solo e nuovo popolo unito del nome di Latini. Vero è che Catone e C. Sempronio dissero gli Aborigeni genti dell’Acaja, in quel modo che Dionisio, oppugnando la loro sentenza, gli spacciava di suo talento Arcadi-Enotri4: altri più tosto Argivi: ma la leggenda greca o troiana sopra la quale tanto essi, che numero di altri scrittori s’appoggiavano, non era di fatto che una finzione, ancorchè ripetuta le mille volte: nè con altra faccia può oggimai tener posto nelle storie. E quando ancora non dimostrassero i fatti che i Latini prischi s’attenevano per origine alla razza degli Osci, lo proverebbe evidentissimamente il non greco elemento della lingua latina.

  1. Vedi pag. 164.
  2. Aborigines, ex agro Reatino, qui adpellatur Palatium ibi consederunt. Varro l.l. iv. 8.; Solin. i.
  3. Varro l.l. iv. 7.; Plin. iii. 5.; Fest. s. v.; Virgil. viii. 358.
  4. Dionys. i. 11.