Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. I.djvu/338

Da Wikisource.
278 CAPO XIV.

menti. Pare che la prima stazione loro si fosse in Ischia1, d’onde passati in sul vicin continente vi scelsero il più bel sito della spiaggia, e il meglio difendevole, per edificarvi la colonia sopra ad un promontorio signoreggiante la pianura a mare. Indi gli stessi Cumani fabbricarono là presso Dicearchia, di poi detta Pozzuoli, per servir loro di porto e d’arsenale2, accresciuti, come si dice, da una mano di Eoli o di Samj3: e con uguale avvedutezza diedero opera a fondare nel più prossimo lido Partenope, che per la sua origine troviamo sempre cognominata euboica o calcidica al pari di Cuma. La prosperità di questa crebbe in fatti sì mirabilmente, che insieme con altri Calcidesi di Sicilia potette dar principio a Zancle, che nata oscuro nido de’ corsali cumani infestatori del Faro, divenne dopo sì famosa col nome di Messina4. E se dobbiamo credere ad un racconto di Pausania, gli stessi Cumani dell’Opicia, guidati da un tal Celbida, avrebbero fondato Tritea città interiore dell’Acaja5. Altri Calcidesi congiunti cogli Eretriesi, ambo connazionali, abitavano in comune Pite-

  1. Liv. viii. 22.
  2. Strabo v. p. 169. In Eusebio (Chronic. ii. p. 169) la sua fondazione vien posta fuor d’ogni ragione alla fine dell’Ol. lxiv.: an. di R. 232: epoca intempestiva, e di gran lunga troppo tarda.
  3. Scymn. 238.; Euseb. l. c; Steph. v. Πουτίολοι.
  4. Thucyd. vi. 4.
  5. Pausan. vii. 22.