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CAPO XV. 303

cui sito e nome si rinviene in quello di monte Calaserna: altri comuni men noti come Atino, Vulci1, e Abella cognominata de’ Marsi2, mostrano nel loro nome osco grande appartenenza allo stipite paterno, se pure essi non erano rami di più antiche genti, qua respinte oltre per la violenza dei grandi commovimenti di guerra, che già posero in moto quasi ogni popolazione prisca dal centro al mezzodì dell’Italia3. Banzia4, Sanzia5 ed alcune altre terre lucane dell’interno6, sono in oltre mentovate nella tavola trovata in Oppido, la quale stabiliva certe multe, e le contribuzioni annuali che le anzidette comunità dovean dare d’obbligo ciascuna per adoperarle nel convito pubblico, o in altre sagre municipali7. Ne’ Bruzzi s’avea per città principale Cosenza sopra la gran selva Sila, chiamata anche oggigiorno Selva della pece: indi Ursento, Numistrone e poche altre. Più importanza ebbe Mamerto, sede dei Mamertini: popolo armigero del sangue osco, che avea tolto il suo nome da quel di Mamers o Marte8; che vuol dire dalla forza.

  1. Volscentes. Liv. xxvii. 15.; Volcentani. Plin. iii. ii. vvlcetanae civitatis. Gruter. pag. 209. 2.
  2. Plin. iii. 11.
  3. Vedi p. 69. e sqq.
  4. bansae.
  5. sansae.
  6. valaemos tovticos; una di quelle.
  7. V. Rosini, Dissert. isagog.; Guarini, Comment. v. de tabula Oppidensis Lucanorum. p. 113
  8. Fest. v. Mamers.