que gli Etruschi posero con patria voce al Dionisio Cabirico, o Bacco, il nome di Tinia1, dobbiamo altresì riconoscere in questi uno de’ più antichi e più principali numi della nazione. Perocchè nei monumenti vetusti il ritroviamo frequentemente figurato sotto variatissime forme: ora bicornigero2; ora qual Bacco toro3; ora barbato alla foggia antica egizia4; ora con l’aspetto giovenile d’Iacco5; ora di due sessi6; ed ora qual dio delle regioni infernali. Da ciò si comprende manifestamente come i vecchi Etruschi davano al loro Tinia fattezze, attributi e qualità somiglianti a quelle del Bacco primigenio7; e sì ancora di Bacco cognominato Zagreo e Sabazio, noto pe’ misteri orfici, figlio di Giove e di Proserpina8: dove che nei soli monumenti d’una età più recente, o sia nelle patere, in cui tutto è rimodernato e foggiato alla greca, Bacco vi si trova effigiato, secondo il mito tebano, figlio di Giove e di Semele9; quantunque tal volta, per sola proprietà di dottrine etrusche, ei v’apparisca anche
- ↑ , Tinia: Figlio di Giove Tina.
- ↑ Vedi tav. xli. 1-5.
- ↑ Vedi tav. lvii. 8. 9.
- ↑ Catapogon. Diodor. iii. 62., iv. 6. Vedi tav. lxxxi. sqq.
- ↑ Vedi tav. xcix. 1.
- ↑ Mysès. Orph. Hymn. 41. Vedi tav. xl. 4. 5.
- ↑ Diodor. iii. 62. iv. 5.
- ↑ Diodor. iii. 63., iv. 4., v. 75.; Cicer. de nat. Deor, iii. 21. 23.
- ↑ Così nella notissima patera rappresentante la nascita di Bacco; ed in parecchie altre ancora.