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Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. II.djvu/114

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108 CAPO XVIII.

que gli Etruschi posero con patria voce al Dionisio Cabirico, o Bacco, il nome di Tinia1, dobbiamo altresì riconoscere in questi uno de’ più antichi e più principali numi della nazione. Perocchè nei monumenti vetusti il ritroviamo frequentemente figurato sotto variatissime forme: ora bicornigero2; ora qual Bacco toro3; ora barbato alla foggia antica egizia4; ora con l’aspetto giovenile d’Iacco5; ora di due sessi6; ed ora qual dio delle regioni infernali. Da ciò si comprende manifestamente come i vecchi Etruschi davano al loro Tinia fattezze, attributi e qualità somiglianti a quelle del Bacco primigenio7; e sì ancora di Bacco cognominato Zagreo e Sabazio, noto pe’ misteri orfici, figlio di Giove e di Proserpina8: dove che nei soli monumenti d’una età più recente, o sia nelle patere, in cui tutto è rimodernato e foggiato alla greca, Bacco vi si trova effigiato, secondo il mito tebano, figlio di Giove e di Semele9; quantunque tal volta, per sola proprietà di dottrine etrusche, ei v’apparisca anche

  1. , Tinia: Figlio di Giove Tina.
  2. Vedi tav. xli. 1-5.
  3. Vedi tav. lvii. 8. 9.
  4. Catapogon. Diodor. iii. 62., iv. 6. Vedi tav. lxxxi. sqq.
  5. Vedi tav. xcix. 1.
  6. Mysès. Orph. Hymn. 41. Vedi tav. xl. 4. 5.
  7. Diodor. iii. 62. iv. 5.
  8. Diodor. iii. 63., iv. 4., v. 75.; Cicer. de nat. Deor, iii. 21. 23.
  9. Così nella notissima patera rappresentante la nascita di Bacco; ed in parecchie altre ancora.