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CAPO XXII. 117

monumento storiato di secoli posteriori, in cui si faccia allusione alcuna alla dottrina dei demoni, veggonsi posti in iscena consimili genj di fiero o di benigno sembiante. Gli uni istigatori del senso, che mette in sommossa le passioni; gli altri aiutatori de’ pericolanti mortali, e in atto d’assistere o dirigere a ogni rischioso cimento le loro imprese1. Ed a mostrare con pari evidenza qual fosse l’ultimo ministerio dovuto, effigiati ambedue frequentissimamente conducenti l’anime nelle regioni Stigie2. Nè però eransi cancellate del tutto le più antiche tradizioni. Perciocchè molti di quei genj o vi sono alati e con occhi alle ali, manifesto simbolo di celerità nell'azione e di previdenza, o v’appaiono talvolta di sesso femineo: dottrina del dualismo, che divide ogni parte della natura in due sessi e due persone. Or da cotesta universal credenza nei demoni, per mezzo de’ quali si versavano i beni e i mali nel mondo, nacque altresì un culto speciale pe’ Lari. La casa paterna, il podere, la nazione, la stirpe, la famiglia, gl’individui avevano in quelli i loro particolari protettori e custodi benedicenti: sì che a ragione erano dessi rimeritati del buon servigio con feste sue proprie e con qualificati onori. Numero grandissimo d’idoletti di varie fogge che ogni dì si ritrovano per tutta Etruria,

  1. Vedi tav. cv. cvi: di più i Monum. dell’Italia ec. tav. xxxii. xxxiii. xli. xlv. ec.
  2. Vedi tav. lix, lx. lxv. civ.; ed i Monum. dell’Italia ec, tav. xxvi.