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Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. II.djvu/146

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140 CAPO XXII.

l’esplicazione dei portenti1. Sì ardui studi onde poter penetrare dalla terra al cielo i decreti della provvidenza, o del Fato, son certo per noi incomprensibil arte: ma pure, se ben si considera, là dove la credenza pubblica era ordinata sì compitamente in sistema, dessi avevano intendimento d’utilità grandissimo. Non tanto a causa che il volgo rimirava in quelle cose il potere soprannaturale della religione, quanto perchè in realtà elleno tendevano, come supplimento della legge civile, al buon governo della repubblica. Così di fatto, sott’ombra di auspicj, per attenta ispezione delle interiora nelle sacre vittime, sapevano gli aruspici dedur buone osservazioni fisiologiche, tutte volte che nell’edificazione d’una terra importava esplorare la salubrità de’ luoghi2. Molti cauti insegnamenti concernenti alle cose civili prescrivevano i Rituali, come dicemmo avanti3: nè con osservanze diverse dal rito etrusco, asserisce Varrone4, si fondavano nel Lazio le ben augurate città. Roma stessa ebbe primieramente stato civile per sì fatte norme, ed auspicj etruschi, che tanto le valsero ad ingrandimento e stabilità di potenza. Il nome stesso occulto, che in oltre al nome civile ponevano i sacerdoti a ciascuna città consacrata al suo dio, aveva per iscopo di dar fidanza salutare al popolo, e rendere così più

  1. Exta, fulgura, et ostenta. Cicer. de Div. ii. 18. 22.
  2. Vitruv. i. 4.
  3. Vedi sopra p. 85.
  4. Varro l. l. iv. 32.