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15 CAPO XVIII.

Vituri loro vicini. Certi popoli dell’Appennino avean quivi soltanto abbondanza di pasture e di macchie: tenean pascoli a comune, dove non raccoglievano altro che fieno e legna da fabbrica e da fuoco: sebbene altri meno malagiati per le valli, come i Langansi, vi coltivassero grano e vino1. Ma poche e scarse biade poteano aversi dalla cultura domestica; e che questo sia vero, lo fan vedere le montagne della Liguria, dove al presente più che 88075 quadrati toscani di superfìcie, misura agraria decimale, son retti con sostegni fattivi di muro a secco2. Le femmine, che pe’ nostri costumi, sono di poco o niun sollievo alla società, non erano nulla meno degli uomini laboriose, e com’essi vivevano per le ville scassando e zappando il terreno petroso: anzi tagliando duri macigni, dice Posidonio3. Di tal maniera essendo essi molti, e povero il paese e scarso, facea pur mestiere che i Liguri si sforzassero a procacciarsi modo di vivere con difficile e pertinace lavoro4; nè potendo tampoco superare con la fatica o con l’arte la sterilità del suolo, uomini e donne s’allogavano fuori paese per faccende rustiche, in quel modo che molti Genovesi delle mon-

  1. Vedi il citato monumento illustrato dal ch. sig. Girolamo Serra.
  2. 30000 hectares. Chabrol, Statist. da depart. de Montenotte, T. i. p. 351.
  3. Ap. Strabo v. p. 151.
  4. Assuetumque malo Ligurem. Virgil., Georg., ii., n. 167.; Diodor., iv. 39.