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CAPO XXIV. 213

questo sacro antichissimo costume de’ ludi atletici ne’ riti funerei dava compimento intero a’ misteri, il cui primitivo concetto s’era perduto, o mutato affatto in processo di tempo: ond’è che per total degenerazione dei costume antico indi nacquero tra dì noi le mortali zuffe dei gladiatori. Si vuole ch’elle prendessero origine, e principio nella Campania tra Etruschi e Sanniti1: dove in fatti l’arte, non che l’uso de’ combattimenti gladiatorj, vi si coltivava in ogni età con passione sfrenata2. Capua era la grande scuola degli accoltellanti: per rispetto di religione Diana, dea tutelare del luogo, v’avea la presidenza de’ loro giuochi3: e di colà s’introdussero in Roma intorno la fine del quinto secolo4; poscia per tutta Italia. Di tal modo che per inclinazione d’animi forti e guerrieri questi ludi stessi dell’anfiteatro, che Cicerone chiama eccitatori del coraggio5, vi divennero alfine quasi in ogni città lieto e universale spettacolo. Forse anco i Volsci non molto s’iscostavano dal costume antico degli Etruschi: poichè usavano con pari studio

  1. Nic. Damasc. ap. Athen. iv. 13. Vedi Tom. i. pag. 286. 287.
  2. Tacit. xiv. 17. Esistono ancora le rovine del magnifico anfiteatro di Capua, di quello di Pompeja e di Pozzuoli. Il noto sepolcro di Scauro in Pompeja rappresenta come veri ludi funerali quei combattimenti stessi di gladiatori.
  3. Tertull. de Spectac.
  4. An. 490: con siffatti giuochi Decio e Giunio Bruto intesero a onorare la memoria del defunto padre. Liv. epit. xvi.; Valer. Max. ii. 4. 7.
  5. Tuscul. ii. 17.