questo sacro antichissimo costume de’ ludi atletici ne’ riti funerei dava compimento intero a’ misteri, il cui primitivo concetto s’era perduto, o mutato affatto in processo di tempo: ond’è che per total degenerazione dei costume antico indi nacquero tra dì noi le mortali zuffe dei gladiatori. Si vuole ch’elle prendessero origine, e principio nella Campania tra Etruschi e Sanniti1: dove in fatti l’arte, non che l’uso de’ combattimenti gladiatorj, vi si coltivava in ogni età con passione sfrenata2. Capua era la grande scuola degli accoltellanti: per rispetto di religione Diana, dea tutelare del luogo, v’avea la presidenza de’ loro giuochi3: e di colà s’introdussero in Roma intorno la fine del quinto secolo4; poscia per tutta Italia. Di tal modo che per inclinazione d’animi forti e guerrieri questi ludi stessi dell’anfiteatro, che Cicerone chiama eccitatori del coraggio5, vi divennero alfine quasi in ogni città lieto e universale spettacolo. Forse anco i Volsci non molto s’iscostavano dal costume antico degli Etruschi: poichè usavano con pari studio
- ↑ Nic. Damasc. ap. Athen. iv. 13. Vedi Tom. i. pag. 286. 287.
- ↑ Tacit. xiv. 17. Esistono ancora le rovine del magnifico anfiteatro di Capua, di quello di Pompeja e di Pozzuoli. Il noto sepolcro di Scauro in Pompeja rappresenta come veri ludi funerali quei combattimenti stessi di gladiatori.
- ↑ Tertull. de Spectac.
- ↑ An. 490: con siffatti giuochi Decio e Giunio Bruto intesero a onorare la memoria del defunto padre. Liv. epit. xvi.; Valer. Max. ii. 4. 7.
- ↑ Tuscul. ii. 17.