Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. II.djvu/231

Da Wikisource.

CAPO XXV. 225

anime. In tutte le sue parti l’ordine toscano, qual si comprende robusto e semplice più di ogni altro, per legge forse meglio di giudizio che d’arte, ottimamente si confaceva per la sua sodezza all’indole grave e religiosa della genie. Ma prima assai che s’introducesse nell’arte imitazione alcuna delle maniere greche, non può essere dubbioso, che l’architettura pubblica etrusca non tirasse molto all’egizio. Le facciate architettoniche di tanti sepolcri di Tarquinia e di Vulci1; quelle ancor più numerose dei sepolcri di Castel d’Asso e di Norchia nel viterbese2; e principalmente le porte rastremate delle mentovate tombe danno una qualche idea di quel far primitivo egizio-toscanico: poichè, se bene molti di cotesti monumenti qui mentovati non sieno, al nostro giudizio, di fabbricazione troppo antica, pure apertamente si vede che i costruttori seguivano per religione di sepoltura una maniera consacrata dall’uso, che forse non era lecito alterare. Una forma singolare di capitello ritrovato a Tuscolo, e intagliato in pietra del paese, fornisce al pari un altro esempio di singolare imitazione egizia3: e come usarono gli Egizj, così gli Etruschi solean colorire alle volte i loro monumenti d’architettura ricoprendoli di fino stucco. Per un’altra foggia di capitello, testè trovato dentro a Tarquinia segnato di lettere etrusche, abbiamo un saggio dell’ordine to-

  1. Vedi tav. lxii. 10. 13., lxvii. 5., lxix.
  2. Vedi Orioli, dei sepolcrali edifizi dell’Etruria media.
  3. Vedi tav. cxx. 2.