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226 CAPO XXV.

scano rimodernato1, da poi che il vecchio stile architettonico s’andava di mano in mano migliorando, rassomigliandosi più direttamente al dorico. Nulla sappiamo dell’interno adornamento dei tempj, se non che tutto v’era ugualmente toscanico: così quelle porte di rame tolte via da Cammillo nel sacco di Vejo, e già di ragione dei soggiogati, dovevano esser quivi le stesse del tempio principale di Giunone regina2.

L’architettura civile degli Etruschi non tendeva meno all’utilità, che al comodo della vita privata. Le case loro signorili erano più tosto spaziose, e bene distribuite per quartieri3. Vitruvio parla di cortili alzati alla maniera toscana4: e per avviso concorde di scrittori la fabbricazione del portico, parte nobilissima delle case grandi, dovrebbe di più attribuirsi ai Toschi stessi, o più tosto agli architetti d’Adria, come ne suona il nome5. Aveano le case degli Etruschi una sola porta: di quella forma a due imposte che si vede ritratta in monumenti: e giusta ogni apparenza s’aprivano per di dentro, uso non pure delle case italiche, ma romane. Che l’etrusche favole

  1. Vedi tav. cxx. 1.
  2. Plin. xxxix. 3.; Plutarch. Camill.
  3. Diodor. v. 40. Vedi sopra p. 209. 210.
  4. vi. 3. Varro, l. l. iv. 33. Tuscanicum dictum (impluvium) a Tuscis, posteaquam illorum cavum aedium simulare coeperunt.
  5. Atrium appellatum ab Atriatibus Tuscis Varro, l. l. iv. 33.; Diodor. v. 40; Fest. v. Atrium.