avrebbono avuta comune coi Babilonesi di far vendere dal banditore ad una ad una le vergini nubili per ispose a chi più le pagava, cominciando dalla più bella: il che avea per fine prudente non lasciarne veruna senza marito; perchè col danaro ricavato dalle belle si maritavano le brutte e le difettose[1]. Per verità altre strane costumanze ebbero i Veneti primi, siccome quella di fare spontaneamente alle cornacchie copiose offerte in tempo della sementa, onde liberarsi dalle rapine di questi arditi ladroni[2]. Ben si conosce però che sì fatti costumi, e le fogge del loro vivere, s’andavano mitigando e dirozzando col commercio di popoli più colti. Nè piccola parte han dovuto avervi sì la vicinanza, come la scambievole comunicazion di cose tra i Veneti e le colonie etrusche più prossime al loro paese. Di ciò quasi è certezza il nome di alcune comunità del distretto veronese, chiamatevi Arusnates[3]: nella qual voce si riconosce un titolo etrusco. Non poche iscrizioni ritrovate nel territorio veneto han pure caratteri e dialetto molto simili all’etrusco[4]. Ed in conferma di qualche affinità o parentela antica delle genti si possono anche citare i sepolcri etruschi della famiglia de’ Veneti o Eneti, trovati non ha guari tempo nel perugino[5]. Era la Venezia un paese di
- ↑ Herodot. i. 196.
- ↑ Lycus Rheg. et Teopomp. ap. Aelian. de Animal. xvii.
- ↑ Maffei, Ver. illust. i. p. 17.
- ↑ Maffei, Oss. letter. T. v. Lanzi, T. ii.
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Vermiglioli, della gente Veneta o Eneta.