Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/116

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io4 ticolarmenle al dio delle anirae^ si comprende Lene perchè si fatti ludi sogliono essere la consueta decorazione non pure dei sepolcri, ma dei vasi stessi dipinti, che si ponevano nelle tombe allato ai corpi morti.

Nei due frontoni Ira il cornicione e la volta num. 5. 6 SODO dipinte coricate certe figure itifalliche, pantere, leoni, cerbiatti^ e altri quadrupedi e volatili, lutti allusivi al tema principale. Qiiindi non sembrami niente dubbioso, che in lutto questo dipinto siasi voluto rappresentare Tapparato di una precipua solennità in onore di BaccOj qualificato dio supremo dei morii.

Questa tomba è la meno disegnata a paragone delle altre due tarquiniesi, che qui espongo insieme ^ ma le vince d’assai per la singolarità delle iscrizioni elrusche sovrapposte a ciascuna figura, come si vede nel disegno, benché ivi trascritte in caratteri troppo minuti per necessità di proporzione. La vera forma delle lettere di colali leggende si ha nel facsimile iscritto a pie della tavola. Per mio avviso elle sono per ia massima parte prenomi e cognomi soltanto degli individui della famiglia 74^ cui atteneva il defunto quivi sepolto, e che il sovvennero dei dovuti suffragj: fi64.3ii, potrebbe essere il nome stesso della cagna diletta che si volle pitturata nel sepolcro.

L’ingresso di questa tomba era chiuso da una gran pietra num. 7, sopra la quale in tanti quadretti sono

74 II gentilizio meno dubbio è OYO^^ì» Felthur: Volturia.