Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/119

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107 I disegni che qui espongo sono stali diligentemente condotti nel i83o dal signore LaLroust e suoi compagni, abili alunni dell’Accademia di Francia in Roma, alla cui gentilezza io ne sono debitore. Gli slessi tre ipogei furono per avanti disegnati in più acconcia projiorzionc dal sig. Barone di Stackelberg, per le cui diligenze ne aspetta il pubblico la promessa pubblicazione: e, per cosa certa, avendone io stesso veduto i disegni colorali, ella sarh degna di quel valente archeologo, non meno che del suo inlcliigente cooperatore sig. Cav. Keslner. Per la cortesia di questo onorevole signore posso intanto dare un saggio dello stile il più corretto preso dal fregio di quelle pitture nel sepolcro tav. lxviii, ed esattamente conforme al suo originale: rappresenta un cavalcatore a piede^ che tiene colle lente redini il suo cavallo. V. tav. Lxxiir. 3. 78.

bendano ocre, oss’nri, e altri composti metallici, che danno grande varietà di colori minerali osservabili in questi dipinti. Massimamente ne fornisce il Monte Annata e la Montagnola Senese: sono valutabili soprattutto il cinabro nativo di Seivena; la Sinopia o siìiciato di ferro del Castel del piano; la terra gialla finissima e quelift d’ombra dello stesso paese; il bianco di creta di Pian Castagnaio; il nero di graffite ec.

78 Veggo poco anzi pubblicate per le cure dell’ Instituto Archeologico tav. xxxn. xxxiii. le pitture di altre due tombe tarquiniesì più recentemente aperte. La rappresentanza loro è in tutto analoga e corrispondente alla tav. txvm. di sopra esposta. Sì nell’una, come nell’altra, vi sono figurati uguali triclinj con la cena funebre i i commensali uoruini e donne