Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/122

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lio, con doppio bacillo in mano. L’ azione che segue è il salto del cavalletto formato di due bastoni posti in bilico. Indi succede il giuoco, detto delle ascolie, in cui il giuocante doveva saltar ritto sopra di un’ otre gon6ala, che avea levigata e sdrucciolante superficie: il saltatore vi si mostra caduto a terra. Vengono di poi nel cospetto di altri due instruttori, l’uno de’ quali distinto pel suo bacillo nodoso, gli esercizi del salto con gli alter) 5 il lanciar del disco e la lotta: ivi presso, sopra d’ una colonnetta, posa una tazza, entro cui ponevasi V olio col quale i lottatori s’ ungevano le membra. Finalmente, in presenza di un altro sonatore di tibie, si vede il giuoco armigero della picca, che facevasi volare lontano. Se in questo luogo non mancasse parte della parete e del dipinto si avrebbe una continuazione di altri giuochi usitati: tutti a un modo esercizi di destrezza, di forza e di valore.

Nelle due lunette al di sopra delle porte si vede compendiosamente figurata la cena funebre: due commensali vi tengono in mano, a quel che pare, il r/ij’ ton, o solito corno potorio: ben distinto vi è il sonatore di lira; in un angolo sono visibili due mense, r una apparecchiata con vasi da vino, e presso a quelle il servente alla cena. Il guasto del dipinto non permette di riconoscervi altri dettagli certi.

Le pitture di questo sepolcro, molto meno valevoli per disegno delle larquiniesi, in luogo di essere distese sopra un piano di stucco, sono semplicemente dipinte a fondo secco sopra il tufo naturale: quindi