Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/143

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i3i TAV. LXXXV.

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I. 2. Vaso granile a ilue rn;mlclii, figuro nere e bianclie con tinte rosse: di solfo il piede sono dipnile in grande a color rosso le Ire lettere segnale. — ■ S. Em. Fesch.

Narra dislesaujenle Nonnio ^’ come Aura, iiglia di Lelanle e Peribeo 97, afTdticatasi nella caccia viene a dissetarsi ad una fontana di vino, che Bacco lia fallo scaturire dai massi: quivi sorpresa dall’ebrietà s’ addormenta la ninfa bella di Diana, che presa nel laccio pone finalmente al mondo due figli. Or (jni vedesi Aura, cinta di diadema pnrpnreo, che sostiene nelle sue braccia i due pargoli, e li presenta a Bacco coronato di pampani, e qualificalo insieme pel ramo di vite e il corno potorio che regge in mano. Il giovine Sileno sarà uno de’ piìj favorili del dio; o Leneo, o Cisso j Ampelo era già morto innanzi la spedizione di Bacco neir Indie.

La storia riferita da Nonnio 9^ porta a! contrario che Aura, messi al mondo i due gemelli, ne uccide uno, indi si precipita nel fiume, ed è convertita in fonte. Diana placata prende cura del figlio lasciato da Aura: egli è Eritteo^ ordinatore e capo dei misteri di Bacco in Eleusi. Ben dunque il tutto si riferisce al Bacco primigenio o Zagreo dei misteri.

cf) Dioiiys. XLViii. 6l4- sqq.

97 Idem v. if^i-i,\’j.

98 xLvm. y. 923-<j35. j v. 9^3-968.