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5. Mostro marino, la cui parte superiore dal mezzo in su ha il petto, le braccia e il volto femminile, con capelli studiosamente inanellati dinanzi, e intrecciati lunghi alle spalle: il restante del corpo è in forma di pesce che si svolge in diverse sinuosità, con natatoie radiale dorsali e ventrali: un’ estrema pinna raddoppiata alla coda del mostro. Sì fatte figure mostruose della primitiva mitologia tanto virili, che feminee^ terminate a coda di pesce, della specie dei cetacei^ sono frequenti in monumenti etruschi, massime sepolcrali: V idea di distruzione o di cattivo principio vi suol essere connessa, quasi parti del maligno Tifone. Consimili mostri di natura maschile e femminile si veggono figurati qual confacente simbolo nelle pitture dei sepolcri di Tarquinia j in sculture di Chiusi (tav. lvi. io); in vaselli di maniera egizia; in altro bronzo perugino qui sotto esposto ( lav. XXXI. 4- ) j ^ ^^ pure negli anelli che ponevansi in dito ai morii (lav. xlvi. 19): tanto era grande la cura per tutti di placare il possente genio melefico.

Nelle urne sepolcrali elrusche di bassa eia si trovano con la stessa intenzione religiosa frequentemente scolpite Scille, Glauchi, e altri mostri marini di sirnile tiatura, benché figurali secondo le idee mitologiche greche o romane: di. che porgo esempi nelle tav. ex. CXI. 2^.

26 Vedi per altri confronti i monumenti per servire all’Italia ec. tav. xxiii. XXIV.