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libro i. capo xxv. 51

desimo principe fabbricò pure un tempio nella città di Costantinopoli a Cristo Signore, che è la sapienza del padre, il qual tempio con greco vocabolo nominò Ἁγία Σοφία, cioè Santa Sapienza1. Quest’opera tanto avanza in eccellenza tutti gli altri edifizj, che in tutta quanta la terra

  1. La barbarie si comporta col grande: alta sentenza del Vico, la quale applicata anco alle belle arti, combacia perfettamente col fatto. Dal grande poi allo stravagante evvi una linea quasi invisibile, passata la quale cessano tutte le ragioni e le attrattive del gusto. A tanto inconveniente non possono sempre riparare nè i precetti, nè le regole inveterate, nè la potenza stessa dei reggitori del mondo; poichè insito è agli animi umani il bisogno di sempre forti e novelli affetti; i quali deono necessariamente mostrare un'impronta consona alle circostanze particolari delle nazioni. Il tempio di s. Sofia spiega da una parte la sublimità del concepimento di Giustiniano, e dall’altra l’indole dei tempi ne’ quali fu fabbricato.
    Questo tempio fu edificato a Costantinopoli da Antemio di Tralli, città della Lidia, e da Isidoro di Mileto, sopra una vaga collinetta che sporge sul mare. La pianta è lunga piedi 252, largă 228. Una gran cupola, archi sovrapposti ad archi, colonne sovrapposte a colonne, ricchezza, magnificenza; ma nulla che rassomigli agli ordini Greci. Nell’interno la tua immaginazione è assorta dall’immensità; ma guardando l'esterno sei disgustato dalla goffaggine e dalla meschinità dell’aspetto.
    Il Ducange nella Costantinopoli Cristiana fece una diligentissima descrizione di questo tempio; ma per averne una chiara idea basta leggere il Milizia, Memorie degli Architetti I., p. 81.