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112 dei fatti de’ langobardi

Della qual cosa avvisato Liutprando lo fece chiamare nel suo palazzo: e conforme gli era stato detto, tastandolo colla mano, sentì che avea la lorica sotto le vestimenta. Allora Rotarit vedendosi scoperto, subito ritiratosi indietro, sguainò la spada per ferire il re. E il re dall’altra parte trasse anch’esso la spada dal fodero. Allora uno de’ sergenti per nome Sabone, afferrando Rotarit per le spalle, da lui ferito fu nella fronte; ma venendo alcuni altri addosso a Rotarit in quel medesimo luogo lo uccisero. E quattro suoi figliuoli, che non erano presenti, dove si trovavano furono egualmente ammazzati. Fu il re Liutprando uomo di grande ardimento, di modo che una volta essendogli stato riferito che due suoi scudieri aveano il pensiero di torgli la vita, entrỏ con essi soli in una profondissima selva, ed ivi tenendo contro loro impugnata la spada gli rimproverò del concepito disegno di volerlo ammazzare, esortandoli nello stesso tempo a mandarlo ad effetto. Ond’essi improvvisamente prostrati a’ suoi piedi confessarono tutto ciò che macchinato aveano contro di lui. E similmente fece con altri, perdonando però sempre la colpa della malizia a coloro che gliene faceano la confessione.