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66 LIBRO PRIMO — 1744.

forte, Scelse altri modi: avanzando, come negli assedii, stringeva il nemico e lo molestava per colpi vicini di moschetto e cannone: scacciò da un colle, distante cinquecento passi dalla città, un reggimento spagnuolo che vi stava a campo; e munì quel luogo di trinciere e di guardie. Continui ed improvvisi assalti nel giorno, nella notte, toglievano riposo alle nostre genti. Sperava Lobkowitz che il re, vedendo i suoi travagliati da presso, pazienti alle offese, inabili ad offendere, levasse il campo; e antivedeva lietamente tutti i mali che al nemico avverrebbero, ritirandosi d’innanzi ad esercito vicino e soprastante.

XLIV. Gli stessi pericoli vide Carlo; e radunato sollecito consiglio, il conte di Gages propose ed esegui fatto ardito e memorabile. Nella notte, con quattromila soldati, per vie deserte cautamente marciò, così che giunse a’ primi albori sopra il monte Artemisio. Mille soldati lo guardavano; ma per vino, per sonno e per natural negligenza, dono lunga sicurtà, giacendo sprovveduti, un sol momento gli scoperse al nemico e gli oppresse: il capo fu preso nella tenda; altro uffiziale maggiore, desto e sollecito, resistè: ma vinto dal numero e spossato dalle ferite fu prigione, e morì: pochi nel tumulto fuggendo, andarono nunzii a Lobkowitz degl infelici successi, Si levò in armi tutto il campo alemanno; ma già dal campo di Carlo altre schiere movevano; ed il de Gages discendendo dall’Artemisio, espugnava Monte-Spino, faceva nuovi prigioni, predava artiglierie e vettovaglie. Tanta paura e disordine, e mancar di consiglio ne’ capi, di obbedienza ne soggetti, entrò nel campo de’ Cesariani, che a stormi e a truppe fuggivano verso Roma; e in Roma istessa, sentite le agitazioni, chiuse le porte, si credeva certo e vicino l’arrivo de’ due eserciti, il vinto e il vincitore.

Ma i pensieri del conte di Gages si limitavano all’Artemisio, e però preso, munito, lasciatolo in guardia di buon presidio, tornò a’ suoi pago e gonfio della impresa, superbo di prigioni, ricco di prede. In quella età più faceva l’ingegno che la scienza di guerra; i vasti ordinamenti erano rari a’ capitani di esercito, fuorchè a pochi privilegiati da natura a’ quali è istinto il sapere. Se il Gages era a dì nostri, per sole imparate regole facea succedere alla prima schiera la seconda, che fosse ajuto nelle sventure o rinforzo ne’ successi della battaglia: a segni convenuti, tutto l’esercito di Carlo attaccava la fronte del campo alemanno: scendeva de Gages da’ monti, ed assalendo a rovescio i posti nemici, gl’incalzava e spingeva gli uni su gli altri: quello era l’ultimo giorno della guerra. Ma poichè la vittoria si arrestò a mezzo corso, potè Lobkowilz raffrenare le paure, contenere i fuggitivi, ripigliare il Monte-Spino, riordinarsi. E per avere perduto il monte Artemisio tutte le posizioni degli Alemanni