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14 LIBRO SESTO — 1806.

maggior parte delle sue genti, superbo del secondo trionfo sopra Regnier.

XV. Le quali cose aggiungevano animo a’ nemici del governo, ed al governo sdegno e sospetto. Fatta potentissima la polizia, sursero in gran numero spiatori e delatori delle opere e dei pensieri altrui, e lo infame mestiero coprendosi dell’amore e zelo di patria seduceva per fin gli onesti; come nella opposta parte le immunità del brigantaggio si onoravano del nome di fedeltà per lo antico re. E così vizii e delitti, prendendo della virtù il linguaggio e l’aspetto, divenivano irreparabili, ed erano, come che turpissimi, dalle proprie sette ammirati.

Piene le prigioni di colpevoli e d’infelici, le commissioni militari non bastavano al tristo uffizio di giudicarli; le morti per condanne o comando non erano numerate nè numerabili; i modi del giustiziare varii, nuovi, terribili; e quasi non bastassero l’archibugio, la mannaja, il capestro, in Monteleone, città capo di provincia, fu appeso al muro uomo vivente e fatto morire lapidato dal popolo; ed in Lagonegro, non piccola città di Basilicata, io vidi un misero conficcato al palo con barbarie ottomana. Non erano prescritte dal governo quelle morti, ma tra gli abusi d’impero e la estrema servitù de’ vinti, il giudizio e la fantasia degli agenti regii avevano potenza di legge. E difatti quel martirio di palo fu comandato da un colonnello francese ch’era stato in Turchia viaggiatore o prigioniero.

Facendo pericolo il gran numero de’ carcerati, che spesso rompendo le catene uscivano feroci ed animati da vendetta e disperazione, la polizia se ne sgravava in due modi: o col pretesto di tradurli ad altro carcere, facendoli uccidere tra via; o mandandogli prigioni in Campiano, Fenestrelle ed altre più remote fortezze della Francia. AI primo modo immolaronsi i più oscuri, al secondo i più diffamati, come Duecce, Brandi, Palmieri, e parecchi altri. Il popolo per questi si allegrava; ma poco appresso crescendo l’arbiirio, relegandosi i meno tristi, i meno rei, poi gl’innocenti, la stolta pubblica gioja si cambiò in terrore.

Ma ristoriamo l’animo col racconto di savie leggi e di benefiche instituzioni; dovendo spesso, a mio mal grado, ritornare al subbietto del brigantaggio, che, spento non prima dell’anno 1810, lordò tutto il regno di Giuseppe, e non poca parte del regno di Gioacchino.