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212 LIBRO OTTAVO — 1819.

decennali mutavano; solamente il ritenne la casa Carolina benchè fondata da Carolina Murat, perehè fu detto (non vergognando scriverlo negli atti publici) che rammenterebbe le virtù di Carolina d’Austria. Di chiunque nominavasi ne’ consigli il re domandava, è de nostri o de’ loro? Le fogge, le usanze, i colori del decennio erano abborriti; le sue leggi duravano per benignità o prudenza del congresso di Vienna. Distintivo del governo fu l’odio coperto, indi l’infingimento; altro voleva il cuore de’ governanti, altro il labbro diceva, l’animo e la politica discordavano; e le provvidenze, mosse da cagioni contrarie, imprimevano alla macchina sociale difformità di scopo e di azioni. Diciamo più concisamente: era nuovo il popolo perchè del decennio, vecchio il governo perchè antichissimo; la quale differenza di età politica porta seco divergenza manifesta o secreta di passioni e di opere. Questo è il morbo civile che più inferma gli stati borbonici di Europa.

XLIV. L’odio istesso diede motivo ad instituire l’ordine cavalleresco di San Giorgio, coll’aggiunto nome di Riunione, per segnare il tempo nel quale i due regni separati si composero in uno. Il re non comportava l’ordine delle due Sicilie, che, sebbene mutato di epigrafe e di colori. traeva principio da Giuseppe, lustro e fama da Gioacchino; e le convenzioni di Casalanza e del congresso vietavano che si abolisse. Ma concedendo a’ militari decorati delle due Sicilie l’ordine, in ugual grado, di San Giorgio, il primo fu rivocato, e l’abborrito nome scomparve. L’ordine nuovo era militare, dandosi al valore ed a’ servigi di guerra per giudizio di un capitolo di generali; gran maestro il re, gran contestabile il principe ereditario della corona, gran collane i fortunati capi dell’esercito, gran croci i generali più chiari in guerra, e così discendendo per otto gradi sino a’ soldati. Il nastro è turchino orlato di giallo, i colori della stella rubino e bianco, i motti in hoc signo vincas circondando la effigie del santo, ed all’opposta parte, virtuti. I Napoletani, i Siciliani, i Murattisti, i Borbonici ne furono fregiati: parve segno di pace fra le contrarie parti dell’esercito.

XLV. Ed indi a poco viepiù scomparvero i nomi di Giuseppe e Gioacchino, pubblicando i novelli codici. Erano sei; ma poichè in nulla mutarono que’ del commercio e di procedimento, rimane a dire del civile, del penale, del procedimento criminale e del militare: subbietto grave al quale spesso io ritorno, perchè dello stato di un popolo non sono documenti le ribellioni, le guerre, i domini, ma le leggi docilmente eseguite e ridotte a coscienza.

Ho detto altrove qual fosse nel decennio il codice civile: richiedevano i nostri costumi e le opinioni dell’universale più stretto il matrimonio; ma fu ridotto indissolubile nel nuovo codice, se non per i casi del concilio, la qual perpetuità apporta nelle famiglie dis-