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LIBRO OTTAVO — 1819. 211

al generale Nugent, per vil prezzo, le vaste terre di Castel-Volturno; e poco appresso agli stessi Medici, Tommasi e Nugent, ducati cent’ottantamila sopra i risparmii dell’amministrazione di guerra, o veramente su la nudità e penuria dell’esercito. Alla margravia di Anspak (per prodigalità, nuova insino allora nella storia de’ re) fece dono di una vasta piazza dell’amenissima strada di Posilipo; e colei, per più farla privata, la cinse di muri, l’adornò di giardini e vi alzò casa. Doni assai maggiori faceva alla moglie ne’ giorni del nome, ne’ natalizii, al primo dell’anno, all’anniversario delle nozze, ad ogni felicità della reggia. Una villa sul Vomero che venti anni prima un tal Lulù, favorito della regina Carolina d’Austria, avea fabbricata, e dicevasi per le secrete lascivie di lei, fu comprata ed ingrandita dal ministro Saliceti, e poi dagli eredi venduta al re, che la donò alla moglie chiamandola, dal titolo di lei, Floridia. Vi aggiunse altre terre, altri edifizii, e con prodiga mano tutti que’ luoghi abbellì: vi si alimentavano per lussuriante grandezza i kangaron animali dell’America, per deformità singolari, camminando spesso su le zampe anteriori e la coda lunga e ravvolta; e per pattovito prezzo di diciotto così oscene bestie furono date all’Inghilterra altrettanti papiri non ancora svolti dell’Ercolano, trattando quel cambio sir William Accourt.

CAPO TERZO.

Errori di governo e loro effetti.


XLIII. Un decreto del re per causa privata fu cagione di universale spavento. La compagnia Redinger era creditrice dello stato per provvigioni somministrate all’esercito di Murat, ma difficoltà di conto fece il credito incerto sino all’anno 1818; quando alfine chiarito, fu negato il pagamento per decreto del re, «attesochè l’oggetto di tali spese fu di sostenere una ingiusta guerra contro noi, e d’impedire il ritorno del legittimo sovrano e di mantenere l’occupazione militare.» Il caso di Redinger, fatto massima di finanza, generò grandi perdite alle private ragioni, quindi lamenti e timori; che se l’avere fornito provvigioni era colpa, e punita, dovea tremar peggio chi sostenne il cessato governo col consiglio e col braccio.

In ogni opera del re e de ministri traluceva l’odio per il passato decennio: delle due strade chiamate del Campo e di Posilipo, di cui non vi ha più bella o più magnifica, l’una fu camminata dal re non prima del terzo anno del suo ritorno, l’altra non la è stata giammai; la disotterrata Pompei non fu vista da lui, e gli scavi quasi intermessi, come opere favorite de’ re francesi. Tutti i nomi