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LIBRO OTTAVO — 1819. 217

dezze, promise a tutti il suo braccio, non tenne fede ad alcuno, non diede a patti la sua amicizia, non dimandò leggi o franchige; ignorando essere natura de’ grandi farsi umili nel bisogno, e dipoi spregiatori ed ingrati. Ma pure in tanta stoltezza ella cresceva, così essendo le sette; che la prosperità o l’avversità le ingrandisce, la mediocrità le distrugge, i grandi beni, i grandi mali, troppi stimoli, troppo freno sono loro alimento, e perfino la sferza del carnefice non è flagello, ma sprone.

La caduta di Gioacchino nell’anno 15 piacque a’ carbonari, che, ricordando i colloquii di Sicilia, speravano dal re Ferdinando sostegno e favori. Ma quegli riprovò la carboneria, nè impedi le pratiche, lasciò i carbonari delusi e sconcertati, così che non osavano di adunarsi: erano nel regno mille e mille settarii, nessuna setta. Ho riferito altrove come il principe di Canosa salito a ministro di polizia, collegandosi a’ calderari, tessendo inganni a’ carbonari, concitando infiniti misfatti, alfin cadde; ed allora la carboneria, peggiorando, divenne da pacifica sanguinaria, da speculativa operatrice, e misurate le sue forze, trovate grandi, non più intenta a difendersi, ella offendeva, e delitti nefandi nelle sue adunanze concertava. Opere malvage volevano malvagi operatori, e per ciò, e per usurparli alla fazione contraria si accoglievano i più ribaldi. La sceleratezza fu titolo agl’iniziati; e così tralignata la setta, passò dalle pubbliche passioni alle private, e per odii, sdegni, vendette, sparse molto sangue di pessimi e d’innocenti.

Il governo sperava di reprimere l’audacia dei carbonari, castigandoli severamente de’ commessi misfatti; ma (già troppo valida la carboneria) tacevano gli offesi, mancavano gli accusatori, mentivano i testimonii, sì arrendevano i giudici; ora i mezzi declinavano, ora la volontà di punire, divenne continua la impunità. E ciò visto, si scrissero settarii tutti i colpevoli, e coloro che volgevano in mente alcun delitto; le prigioni si trasformarono in vendite; i calderari, mutata veste, aspirarono all’onore della opposta setta: tutti cui nequizia e mala coscienza agitavano furono carbonari.

L. Tale era la carboneria nell’anno 18, nel qual tempo l’esercito diviso per interessi e per genio, malamente composto, peggio disciplinato, era materia convenevole a quella setta: e subito ella si apprese a’ minori; però che de’ generali nessuno o un solo era settario; degli uffiziali superiori pochi; della milizia civile, uffiziali e soldati (giovani e possidenti), tutti. Nè il clero fu libero del contagio. La religione dechinava da che la filosofia avendo attenuate alcune credenze, e ’l mal costume tutte bandite, restava di lei l’esercizio di pratiche vane non grate a Dio, inutili alla società; preghiere abituali cento volte al giorno ripetute, moto di labbro non di cuore; limosine tenui, non a benignità ma per usi o pompa, nè con inco-