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LIBRO NONO — 1820. 245

detta, sospettavano la lealtà del vicario, tanto più che nella devastazione dei palagi e delizie reali gli appartamenti suoi e le sue ville furono rispettate; accusavano la giunta e i ministri; volevano i generali Naselli e Church giudicati; diffidavano, spiavano. 1l cielo preparava i futuri mali.

XV. Così contristata la parte costituzionale, ritornò da Vienna il principe di Cariati, là spedito ambasciatore straordinario, e riferì l’inurbano accoglimento e gli atti ostili di quella corte. Le ansietà esterne e le interne fecero trasandare, benchè primario obbietto della rivoluzione, il discarico dei tributi, e volgere il pensiero alla ricomposizione dell’esercito. L’animo dei cittadini mostravasi voglioso e audace, la finanza pubblica era copiosa, i generali abbondavano, ed a parecchi tra loro non mancava uso ed arte di guerra; ogni detto ed ogni opera del vicario e del re dimostrava il proponimento di sostenere il nuovo stato; ed a tali apparenze di concordia e di forza le menti leggiere superbivano, le sapienti non disperavano. Per formare cinquantamila combattenti si richiedevano ventottomila nuovi soldati; e poichè le pratiche di coscrizione erano lente rispetto al bisogno, s’invitarono a difendere la patria i già congedati dalla milizia con editto che dichiarava volontaria l’ascrizione, breve il servizio perchè di sei mesi, grande il merito. Si aspettava da quello invito alcun soccorso ai bisogni, ma i congedati avanzando le comuni speranze, corsero in folla ad ascriversi; le mogli e i genitori (freni mai sempre) furono questa volta stimoli alla partenza, si negligevano le domestiche dolcezze, le private faccende, l’istesso amore dei figli, ed allorchè partiva un drappello di congedati gli sì faceva festa dalla città, gli si pregavano voti nelle chiese. Prendevano il peso e la cura delle abbandonate famiglie le autorità del municipio e i cittadini presenti, tanto che in alcun luogo fu visto coltivato senza mercede il campo degli assenti. Assai più, assai prima dei provvedimenti giunsero i congedati; e però che il troppo numero faceva peso ed impaccio, molti ne furono rinviati, e la necessaria parzialità cagionò invidia negli altri. Oltracciò essendo angusti gli alloggiamenti ai venuti, mancando le vesti e le armi, vedendosi mal corrisposto il fresco zelo di quelle genti, nacque scontento pubblico, e si levarono i primi sospetti e le prime accuse contro il ministro della guerra.

Frattanto l’esercito si accrebbe a cinquantaduemila soldati, con saggia misura tra fanti, cavalieri, genio, artiglieria; e benchè da prima fossero poche le munizioni, meno le armi, più scarso il vestimento, a tutto fu provveduto con mirabile celerità, Si volsero al tempo stesso le cure alle fortezze. Civitella era stata smurata dai Francesi nel 1805, Pescara da’ Tedeschi nel 1815, e però quei due già baluardi del regno, inutili alle difese. restavano monumento