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combacianti senza interstizi di calce, per cui il paramento riesce unito e di effetto pittoresco tanto più ora che su di esso è soffusa una bella patina dorata. Nei fianchi e nei muri della navata centrale svolgesi il consueto motivo architettonico romanico degli archetti ciechi impostantisi in parte su strette lesene ed in parte su mensoline e questo motivo si svolge anche nelle due absidi. Nei frontoni terminali della navata centrale abbiamo la serie ascendente di arcate cieche poggianti su strette lesene non aventi nè capitelli nè basi.

Sono in questi frontoni le primordiali strutture di quelle loggette, di cui un secolo dopo si ornarono le Chiese di Saccargia, di Tergu, di Bulzi, di Sorres e tante altre erette sotto l'influenza dell'architettura toscana nel secondo periodo.

In vicinanza all'abside di ponente le due navate laterali sono sopraelevate di qualche metro ed a questa sopraelevazione corrispondono alcuni gradini all'interno ed una maggiore altezza nelle volte a crociera.

La chiesa è debolmente illuminata da finestrine feritoie aperte nei muri laterali senza fascia od ornamentazione alcuna. Sono strette e a doppia strombatura, con che s'ottiene il vantaggio d'ammettere una maggiore copia di luce diretta e di luce diffusa.

Le acque meteoriche scorrono sui canali di gronda eseguiti nella sommità dei muri per scaricarsi nel suolo per mezzo di doccioni sagomati ed elegantemente raccordantisi alla cornice superiore.

I profili delle sagome e dei capitelli sono semplici; per lo più una gola rovescia preceduta e susseguita da un listello. Nelle absidi e nei frontoni conservansi ancora gl'incavi, in cui erano le coppe iridescenti ispano-moresche.

Alla chiesa si accede usualmente da un grandioso portale. aperto nel cortile della Metropoli. Esso è uno splendido saggio di quell'architettura romanica che si svolse nel mezzodì della Francia e più estesamente nella Catalogna, colla quale la Sardegna anche prima della dominazione aragonese ebbe rapporti politici e commerciali. Un arco riccamente sagomato con alternativa di tori e di cavetti contorna una lunetta, forse originariamente dipinta o scolpita.

La parte rettangola dell'apertura è divisa in due mediante un pilastrino sagomato con esili colonnine dai capitelli a foglie di cardo e