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Pure qualche riferimento si può ottenere mettendo a confronto quanto ci rimane dell'antica cattedrale di Terralba colla Chiesa di Santa Giusta. La prima venne demolita nel 1821 ed era d'antica struttura, a quanto afferma il La Marmora che la vide ancora in piedi. Nelle sue mura era incastrata la seguente iscrizione che venne trascritta dal Fara e che il La Marmora conobbe a posto: ANNI DOMINI CVM MILLE ET CENTVm QVADRAGINTA | QVATuor CVRRERENT MAI DIE DECIMA | EPISCOPVS MARIANVS HEC POSUIT LIMINA.

Della chiesa di Terralba presentemente non rimane altro che l'ab side, alla quale indubbiamente servi da modello la vicina chiesa di S. Giusta: gli archetti pensili svolgonsi sulla sommità ed impostano su esili colonnine dai capitelli marmorei elegantemente ornati con foglie d'acanto scalpellate con arte medioevale.

È da escludersi che l'abside di Terralba abbia servito da modello a quella di S. Giusta. in quanto questa appare concepita con un chiaro intendimento di quanto dovea eseguirsi senza pentimenti e con una lavorazione accurata e spontanea, mentre nella piccola abside della chiesa di Terralba la lavorazione è incerta e molto meno accurata. Del resto è più che attendibile che la grandiosa basilica di S. Giusta a tre navate abbia dovuto a servire da modello alla chiesa di Terralba, i di cui avanzi ci dicono ancor oggi di piccole dimensioni, e non questa a quella.

Questi riscontri c'inducono a ritenere la Chiesa di S. Giusta di molto anteriore al 1144: d'altra parte certe particolarità stilistiche, una tendenza ad ingentilire le forme arcaiche del primo periodo e qualche accenno ad ornati, che poscia vedremo esplicarsi nelle chiese del pe riodo, che con limitazione di parola potremo chiamar smagliante, c'inducono a ritenere che la Chiesa di S. Giusta sia posteriore alle altre fin qui esaminate. Ritengo di non esser lungi dal vero, assegnandola alla fine del XI secolo.


Ciò che maggiormente colpisce in questa chiesa è il giusto equilibrio fra le navate laterali e la centrale e la grandiosità che l'architetto seppe trarre nella facciata da poche linee architettoniche.

La porta ha due solidi stipiti di marmo sormontati da capitelli, elegantemente sagomati con foglie d'acqua alternantisi a gambi da cui sortono i caulicoli combacianti a due a due sopra le foglie. È un mo-