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tivo schiettamente toscano, che rileveremo nelle più belle chiese medioevali dell'isola.

Poggia sopra questi capitelli l'architrave monolitico sovra il quale si svolge una piccola cornice. Alle due estremità dell'architrave a fuor di muro sono in rilievo due leoni, sostenenti fra le zanne due mostricciatoli, ripetendo in tal modo il motivo simbolico, che con arte più rozza e con minor rilievo è svolto sopra l'antica porta di S. Gavino di Torres e nei marmi preromanici che si conservano nella cattedrale di Oristano.

L'arco di scarico non poggia direttamente sui piedritti. ma ne dista un cinquanta centimetri, impostandosi sopra due cornici a gola rovescia con listelli.

Ingentilite e più eleganti abbiamo in questa porta le forme architettoniche della chiesa di Ardara.

La grandiosa finestra trifora ha due esili colonnine di marmo, terminate superiormente da due capitelli-pulvini, sui quali s'impostano per tutto lo spessore del muro le tre arcate.

Abbiamo in questa il tipo della finestra di S. Simplicio. meno rozzo e più slanciato. La porta e la finestra formano un partito decorativo ascendente, che nobilmente vien terminato da una grande arcata. impostante su due esili pilastrini, che, partendo da terra inquadrano molto bene la porta e la finestra.

Questa grande arcata poi si raccorda coi pilastrini angolari della navata centrale mediante due arcate più piccole.

Questo motivo architettonico, che non ha riscontro colle chiese delle altre regioni d'Italia, indubbiamente rappresenta il contributo alle forme romaniche della tradizione locale, che le trasse da reminiscenze lasciate nell'isola dalla dominazione di Bisanzio, la di cui influenza nella vita, nella legislazione, nella lingua e nella diplomatica sarda perdurò oltre il XI secolo. Sovrasta queste arcate una cornice orizzontale sulla quale poggia-