Pagina:Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan).pdf/174

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intagliate con ovoli e capitelli di gusto classico imitanti con arte e tecnica medioevale le forme classiche.

È la tradizione del fogliame e dell'ornato greco-romano che domina nelle squisite e festose forme architettoniche del frontone e della susseguente galleria, mentre nel portico sono altri sentimenti artistici e s'intravedono altri maestri.

Pur adattando armonicamente le nuove linee e ricorrenze agli clementi costruttivi dell'antica facciata. gli artefici che eseguirono il portico, s'alfermarono genialmente nelle forme decorative. Sulle fascie degli archi si rincorrono, s'inseguono i più strani animali e mostri. Agli angoli dei grossi capitelli delle esili colonnine, che sopportano il pronao, sostituiscono le classiche volute quattro gatti alati e nella cornice del pilastro angolare a sinistra alcune vacche accovacciate interrompono l'ornamentazione floreale.

Domina in tutte queste forme decorative quel sentimento che popolò di flora e fauna simbolica le chiese dell'Alta Italia e che invece trovò vittoriosa resistenza nella Toscana, la classica Fontana degli Architettori a dirla con una frase del Duca Federico d'Urbino.

Malgrado queste ornamentazioni l'insieme del portichetto, nel quale le masse rilevate e le masse liscie sono distribuite con un sentimento decorativo davvero mirabile, è così vago, così toscano, mi si passi la frase, che non esito a ritenerla opera squisita da compensare ad usura l'alterazione portata alla primitiva facciata, della quale mediante gli elementi costruttivi e decorativi raccolti nella