Pagina:Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan).pdf/186

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a sentimenti d'arte ed a raziocinio di scienziato, l'esterno colpisce per la ricchezza delle ornamentazioni e per la integrità delle strutture decorative che oggi sono quali furono or sono ottocento anni, senza manomissioni, senza un'aggiunta, senza una modifica, senza restauri all'infuori di quei lievissimi che nel 1895 furono eseguiti sotto la mia direzione per cura del Ministero dell'Istruzione Pubblica e ch'ebbero unicamente lo scopo di consolidare alcune parti crollanti e di rimettere qualche colonnina mancante.

E quest'integrità non è disturbata da alcun fabbricato vicino, sorgendo la chiesa fra le rovine della canonica medioevale che rendono ancor più suggestivo l'ambiente, lungi da ogni centro abitato, con un paesaggio per sfondo che poco deve differire da quello che era, quando gli artefici di Pisa innalzarono il bel tempio.

La facciata di S. Pietro in una prima impressione ricorda per il materiale e per la struttura generale la Chiesa di S. Maria del Giudice in quel di Lucca, pur essendo a questa di molto superiore per grandiosità di linee, per accuratezza e per delicatezza d'esecuzione.

Essa è divisa in quattro ordini, il primo dei quali comprende cinque arcate d'ampiezza classica impostantisi su pilastrini gentilmente sagomati oppure ornati con forme greco-romane, rese Con arte e con tecnica medioevale.

L'influenza classica si estrinseca non solo in queste false arcate ma anche nelle modanature, nelle ornamentazioni a fogliami, nelle basi atticamente sagomate e più che altro nella porta architravata a fil di muro senza le cordonate concentriche e decrescenti, di cui si compiacque l'architettura romana e di cui rilevammo un interessante esempio nella porta principale della Basilica di S. Gavino di Torres.

Le lunette degli archi sono abbellite con le ornamentazioni a rombi degradanti ed a rose, che l'architettura pisana tolse da forme bizantine.

Il portale è di belle proporzioni e di un certo effetto, che l'architetto seppe trarre con pochi elementi decorativi e giovandosi dell'arcata centrale e dei pilastrini, per inquadrarne nobilmente l'apertura.

Due piedritti monolitici di trachite con capitelli sagomati, usati come sottomensole, sostengono l'architrave, ancor esso monolitico, sopra il quale si svolge, sempre a fil di muro. un arco di scarico in cui i cunei di calcare bianco s'alternano con quei di trachite nera.

Anche quì è da rilevare il diverso spessore dell'arcata alle imposte