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L'abside centrale ha la parete esterna rivestita con grossi cantoni in pietra da taglio. L'apparecchio costrutto con tecnica medioevale è analogo a quello delle chiese più accuratamente eseguite. Gli archetti sagomati con listelli e gola dritta poggiano su lesene, ottenendosi un insieme armonico e di gradevole effetto.

Nel frontone posteriore si ha l'alternatività dei filari in pietra chiara e scura: questa ottenuta colla trachite, di cui è ricca la regione, quella con massi calcarei ricavati dagli estesi banchi terziari, che nel territorio di Ploaghe s'alternano alle masse vulcaniche.

Questa chiesa ci prova ancora una volta quanto influiscano le condizioni geologiche di una regione sull'aspetto sull'architettura dei monumenti che sono in essa.

Nell'abside abbiamo un'accurata lavorazione e pregi di disegno che, posti a riscontro delle deficenze della facciata, attestano anche ad una superficiale disamina la non coevità delle due più importanti parti della chiesa vallombrosiana.

È probabile che essa in origine fosse ad una sola navata senza il transepto e senza le due absidi.

Una porta architravata con arco di scarico, semplice senza decorazione alcuna, si apre nella testata del braccio sud del transepto. Essa è la così detta Porta santa e veniva aperta tutti gli anni al 25 settembre con speciali cerimonie dall'abate accompagnato dai monaci, dal clero e dai maiorales dei paesi vicini.

Alla chiesa propriamente detta sono addossate due camere, una in prossimità alla facciata e l'altra presso la testata a nord del transepto. da cui dista pochi centimetri. La prima è una costruzione senza importanza, aggiunta in tempi recenti che si dovrebbe demolire per lasciar libero il fianco; l'altra che si scambiò da alcuni scrittori con l'antica sagrestia, costituisce invece quanto rimane della torre campanaria, crollata come la maggior parte dei campanili delle chiese medioevali dell'isola.

Che questa costruzione sia il basamento della torre campanaria risulta dalla struttura architettonica simile a quella dei campanili di Saccargia, di Ardara e di Bisarcio: larghe pilastrate agli angoli e lesene intermedie a ciascun lato della costruzione, la cui pianta è rettangolare, quasi quadrata.

Nel lato di questo mozzicone di torre esposto a tramontana sono