Pagina:Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan).pdf/255

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suoi tempi nella cattedrale di Cagliari, e le trascrisse nelle sue Istorie Pisane, dando della prima una elegante, se non esatta, traduzione del chiamo letterato pisano del XVI secolo, Rainieri Totti. traduzione che per non esser conosciuta o meglio per non trovarsi nelle opere di scrittori sardi, ai quali certo dovette sfuggire, amo trascrivere per intero:

Quì con nave portonmi e alla benigna
Vergine Madre, il bel Castello e 'l tempio
Eresse e fece la città pisana;

Correndo l'anno del milletrecento
E dodici di più, da che il Figliolo
Di Dio per noi la carne umana prese

Bernardo Guiti e Michele Scacceri
Erano del bel castello i castellani
Allorchè fatto fu l'opera si degna.

Quel ch'a creato il mondo faccia sempre
Ch'invitto il popol sia di Pisa, e faccia
Ch'eternamente goda e allegro sia.


Altra iscrizione che andò ancor essa perduta ma che conservavasi ai tempi del Cossu che la trascrisse nella sua Guida. è la seguente: HOC GUGLIELMUS OPUS PRESTANTIOR ARTE MODERNIS QUATUOR ANNORUM SPATIO SED DONUM CENTUM DECIES SEX MILLE DUOBUS.....

Neanche sull'autenticità di quest'iscrizione può eccepirsi alcun dubbio. La conobbero ancora nell'originario sito molti scrittori del seicento, quali l'Esquirro e l'Aleo che la inserirono nelle loro opere. Del resto. su quanto il Dottor Cossu riferisce d'aver veduto in Cagliari sarebbe follia il sospettare, poichè di tutto ciò che scrisse, chiama a testimoni le autorevoli persone che gli diedero l'incarico di compilare la guida. Di più, alla chiusa del libro è inserita, debitamente firmata, una dichiara zione, colla quale gli officiali del magistrato civico di Cagliari attestano che tutto ciò che contiene la sopradescritta relazione formata dal nostro benemerito concittadino, l'illustre e magnifico dottore Don Giuseppe Cossu, giudice della Reale Udienza ecc., è tale e quale riferisce.

Altre due iscrizioni che, scolpite in grandi lastre di marmo, erano