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Pagina:Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan).pdf/340

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prima conserva molte parti antiche e nel muro posteriore, in cui è una finestrina crociforme, si svolge la caratteristica cornice romanica coi sottostanti archetti pensili poggianti su mensoline. Fra i molti fabbricati, che in epoca relativamente moderna si addossarono alla chiesa, a cui la mania innovatrice tolse l'originaria erutmia di forme, sono ancora visibili le muraglie dell'antico monastero, fondato nel 1205 da Comita giudice di Torres. L'atto munifico venne esaltato da Pietro, vescovo di Chiesa di S. Serafino nell'agro di Ghilarza (porta laterale).Sorres, in una lettera scritta in buon latino ed indirizzata ai più distinti magnati del suo tempo: Ego Petrus Dei gratia Sorrensis episcopus notum facio presentibus et futuris, quod nobilis vir Comita index Turritanus, devotionem concipiens aedificandi monasterium de ordine Cisterciensi, misit ad Claram-Vallem, omnimodis cupiens ex ea monachorum et conversorum habere conventum.

Minore importanza aveva il monastero di S. Maria di Coros, di cui alcuni frammenti dinotano le ristrette e modeste dimensioni nonchè la semplicità delle sue lince, scevre da qualsiasi motivo decorativo. Fra i sigilli monastici riprodotti al Cap. V di questo libro avvene no già studiato dallo Spano1, in cui è rappresentato il fondatore dell'ordine con la seguente iscrizione: SIGHILUX ALBERTIS MONASTERII SANCTAE MARIAE DE PADULIS ET SANCTAE MARIAE CHORO.

In una piazzetta di Masullas s'erge isolata la Chiesa medioevale di S. Leonardo, attualmente adibita a monte granatico. È di ristrette dimensioni con una sola navata terminata dall'abside circolare. Nessun

  1. Spano, Illustrazione di due sigilli Sardi. Cagliari, 1852, Tipografia Nazionale, p. 9.