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È anche presumibile che nelle vicinanze fosse la contrada, cui era preposta la Società dell'Elefante, e che siasi voluto estendere questo nome alla vicina porta, adornandola dello strano simbolo.

Concludendo, ritengo che si debba scartare la denominazione della Aquila, sia che venga attribuita alla Porta di S. Pancrazio, sia che con essa si voglia designare la torre incorporata nel Palazzo Boyl, e che le due maggiori torri vennero sin dalla loro costruzione indicate coi nomi di S. Pancrazio e dell'Elefante, mentre l'altra non ebbe dai costruttori un nome speciale e prese il nome dalla sottostante porta del Castello indicata come Porta duorum leorum.


        Come e quando si cresse la formidabile torre di S. Pancrazio risulta da un'iscrizione che leggesi tutt'ora in una lastra di marmo, murata nel paramento calcareo a fianco dell'arcata interna del sottopassaggio:


✠ SUB AnNIS MillenO NostRI REDEnPTOrIS
QVINTO TRECENTENO BINE INDicionis
DEI DeORum
DumiNORum TemPoRe BECTI ALLEATA
RAYNErII De BALNEO TurRIS HEC FVnDATA
CASTELLANORum
CVIus OPerARIVS FVIT COnSTITVTVS
BECTVS CALZOLARIVS ProVIDVS ASTVTVS
VBIQVE LOCORum
ATQVE SCRIBA PVBLICVS SIBI ASSIGNATVS
ELDISVS NOTARIVS QVI SIT DEO GRATVS
CELI CELORum
CEFAS HVIVS FABRICE OPERA SEDVLA
ARCITECTOR OPTIMVS IOAnNES CAPVLA
MVRARIORum.
✠ POrTA BEATI SanCtI PANCRATII.


        Capula fu anche il costruttore della Torre dell'Elefante, e ch'egli fosse arcitector optimus murariorum dimostrano le due opere fortilizie che destarono sempre ammirazione per l'imponenza delle moli e per la accuratezza della costruzione.

Che fosse di Pisa nimo sino ad ora dubitò. ma effettivamente in