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Questo pur tuttavia non deve portare alla conclusione che l'altra di S. Pancrazio abbia avuto per simbolo l'aquila e che perciò sia stata indicata come Torre dell'Aquila.

Essa venne sempre chiamata col nome di S. Pancrazio, che le derivò da una chiesetta che è posta in vicinanza e che è ricordata nella relazione della visita pastorale che l'arcivescovo di Pisa, Federigo Visconti, fece nell'isola quale primate e legato pontificio . . . . et postea ivimus per sanctum Ephiseum, et Sanctam Restitutam et Sanctam Annam. quae erant in supradicta villa de Stampace, quonsque pervenimus ad sanctum Brancasium, ubi requievimus . . . . . 1.

Questa chiesetta, che nella pianta inserita nella Cosmographia di Munster è indicata col nome di S. Brancatius, sussiste tuttora modificata nella struttura e nel nome, essendo stata riconsacrata e messa sotto l'invocazione di S. Lorenzo.

In prossimità a questa, anche prima dell'erezione della Torre di S. Pancrazio, dovea esser una delle principali porte del Castello di Cagliari, se Federigo Visconti. dopo essersi riposato in detta chiesetta. rientro senz'altro dentro cinta. Questa porta venne nel 1305 fortificata formidabilmente coll'erezione della torre, che nell' iscrizione metrica incisa nel paramento calcareo è chiamata PORTA BEATI SanCtI PANCRATII.

E questo nome conservò in tutti i documenti anche i più recenti, nè oggi la si chiama altrimenti. Vi apposero i costruttori la zampa leonina, che sembra un frammento di più grandioso bassorilievo, ma con ciò non intesero denominarla da questo forte campione della fauna. Nè ciò è fuori delle consuetudini; anzi ordinariamente le porte colle sovrastanti torri prendevano il nome dalla chiesa più vicina, mentre sopra la porta si usava scolpire la testa oppure l'intero corpo del leone.

Un'eccezione si ha per la torre dell'Elefante, che con tal nome, conservato a tutt'oggi, è indicata nell'iscrizione. Essa venne eretta nel 1 306, ma indubbiamente vi preesisteva altra porta, che avea lo stesso nome e che forse era adornata dell'elegante marmo, effigiante l'elefante che è simbolo di forza e di tenacia. Infatti una ruga leofantis è attestata da un documento del 30 Luglio 1229, cioè quando si diede principio alle fortificazioni del colle2.

  1. Tola, Cod. Dipl. Sard., Secolo XIII.
  2. Solmi, Cagliari Pisana, pag. 23.