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con torri e baluardi, come si vede nella pianta dell'Arquer, svolgevansi in Stampace e probabilmente anche negli altri rioni. Della cinta di Stampace, demolita per far posto a moderne costruzioni, non ci rimane che la porta adiacente alla Chiesa di S. Michele, costrutta nel 1293 come risulta dalla seguente iscrizione: ✠ IN NOmInE DomiNI | AMEN HOC | OPUS FUIT PERFECTUM | TEMPORE | CAPITaneatus DomiNI | GRatiE ALBERTI (stemma gentilizio) CAPITanei COM | VNIS ET PO | PVLI CASTELLi CASTRI CUREN | TIBus ANNIs MCC | LXXXXIII DE | MenSE MARTII |.

Quest'iscrizione, incisa in una lastra di marmo rotta sull'orlo sinistro per il collocamento di una persiana, ci fa conoscere che Cagliari, pur essendo in dipendenza della città di Pisa, era come questa retta a comune sotto un capitano che nel 1293, all'epoca dell'erezione della torre, era un gentiluomo della nobile famiglia degli Alberti ch'ebbero nel medioevo grande potenza nelle vicende di Toscana e di Pisa in special modo.

Essa si collega con altra d'ignota provenienza che ora si conserva nel Museo Archeologico: TempORe DomiNORum IOHannIS CARFA GnINI RECTORIS eT NICOLAT | IVDICIS CAPITanei | COMunIS | eT PoPuLI CASTELLL CASTrI CVRrrentibus | AnNIS DomiNI -M.°CC.°XC.°VI.

Due stemmi gentilizi, uno a quattro bande verticali e l'altro a sega dentata trasversale sormontano quest'epigrafe, che ritengo proveniente da qualche altra torretta o porta dell'antico castro.

Il significato di queste iscrizioni, attestanti un reggimento comunale in Cagliari, quando ritenevasi più ferma e più stabile la Signoria di Pisa in Castello di Cagliari, e oltremodo interessante per la storia della nostra città.

Il Solmi, che delle vicende storiche di questo periodo fu lo scrittore più diligente, ritiene che i pisani per evitare la consegna del Castello di Cagliari ai genovesi, compresa fra i patti della pace stipulata nel 1288, figurarono che Cagliari, scacciati i castellani, si reggesse a forma indipendente. Perciò il governo è tenuto da un capitano, apparentemente in nome del comune e del popolo di Cagliari, in effetti in rappresentanza del Comune Pisano, volendosi cosi dimostrare che non era in potere di Pisa di cedere il forte castello1. E che quella di Cagliari fosse una larvata indipendenza mostrano i nomi di reg-

  1. Solmi, Cagliari Pisana, pag. 30.