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Ricordiamo: Assediato da Guglielmo d'Arborea il Castello di Cagliari, ch'era tenuto dalle soldatesche di Genova, una parte degli abitanti di S. Igia si rifugiò a Villa di Chiesa. Questa città fu espugnata dal Conte Ugolino della Gherardesca che insieme a Gugliemo di Capraia, al giudice di Gallura e ad altri gentiluomini di Pisa, partecipò alla conquista del giudicato di Cagliari.

Caduto il Castello di Cagliari, il giudicato venne diviso fra queste tre potenti famiglie, essendosi riservato il Comune di Pisa la sola città di Cagliari col formidabile colle. Ai fratelli della Gherardesca, Ugolino e Gerardo, fu assegnato un terzo del giudicato, per cui a ciascuno dei due ne toccò un sesto. Questo spiega le iscrizioni murate nella Cattedrale d'Iglesias, in cui il primo dei due fratelli è chiamato domino conte Ugolino de Doneratico segnore de la sexta parte de lo regno di Kallari.

Nell'antica città di Villa di Chiesa ebbe inizio il dramma di Guelfo e di Lotto, ribelli alla potestà di Pisa e terribili vindici della morte del padre e dei fratelli, dramma, tutt'ora avvolto nel mistero, sul quale nè le storie del Roncioni, nè quelle di altri scrittori italiani e del nostro Fara poterono far completa luce.

Certo è che nelle ricche vallate di Iglesias e del Cixerro si ebbe l'epilogo tragico delle lotte terribili svoltesi nelle rive dell'Arno. Nella collina sovrastante la turrita città era il torrione costrutto dai pisani e da questi chiamato Castello di Salvaterra; Castrum Salvaterrae alias S. Guantini appellatum, et in colliculo optima structura satis munitum, reddit tutam civitatem1.

Nell'architrave della porta di questo Castello era incisa la seguente iscrizione: IN NOMINE DomiNI IESV CHRISTI AMEN ANNO INCARNATIONIS EIUSDEM MCCCXXV INDCTIone VII. KALendis MARTII INCEPTUM EST CASTELLUM CASTRI REGALIS VILLE ECCLESIE REGNANTE IN SARDINIA FELICISSIMO PRINCIPE DomiNO IACOBO DEI GRatiA ARAGONUM REGE EXISTENTE CUM GRAnDIBUS PROSTrATORE SERENISSIMO DoniNO INFANTE ALFONSO IPSIUS PRIMOGENITO GUBERNATORE EXTSTENTE IN SARDINIA NOBILI VIRO BERINGARO CARROZ EXISTENTE COMVNITATIS CAPINEO . . . . . . . . .

Ricordando che ai primi del 1324 la città, già soggetta a Pisa, era caduta in mano dell'infante Don Alfonso, la costruzione nel 1325

  1. Fara, De Chorographia Sardiniae, pag. 105.