Pagina:Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan).pdf/95

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Sardiniae1, in difesa dei quali o meglio del loro contenuto il Besta2, scrisse ampiamente e con grande acume, benchè, pur ammettendo i criteri de lo inducono a non rigettare queste cronache, debba da lui dissentire nelle conclusioni ed in special modo sui presunti anacronismi, nei quali incorsero il Manno, il Tola e tanti altri scrittori delle vicende storiche della nostra isola.

In mezzo a tanta diversità di pareri, ritengo che sia utilissima una spassionata disamina della cronaca turritana che tanto intimamente si connette alle prime memorie del giudicato di Torres e che per la storia dell'arte medioevale in Sardegna costituisce uno dei capisaldi cronologici. Per quest'esame critico ci serviremo non solo di quanto ci possono dire le vecchie carte e le antiche storie ma usufruiremo anche di quelli elementi stilistici, che dello studio della basilica e dell'altra, dedicata a S. Maria del Regno, ci possono esser forniti. I monumenti hanno un linguaggio che raramente falla, per chi sappia scrutarne le vicende artistiche ed approfondirne le forme architettoniche.

Il Bonazzi fu il primo a levar la voce, certamente autorevole, contro

  1. Tola, Codex Diplomaticus Sardiniae, Sec. XI, Vol. 1, pag. 150.
  2. Besta, Nuovi studi nei Giudicati Sardi in archivio Storico Italiano, Ser. V. T. XXVII.