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Comida morì, secondo la cronaca1, prima d'aver compita l'opera: dai magnati di Torres e d'Arborea venne eletto a giudice suo figlio, donnicello Orgotorio e sotto il giudicato di questo principe la Chiesa venne consacrata con grande pompa. con l'intervento di un cardinale e di molti vescovi e con larga concessione d'indulgenze. L'anonimo scrittore di questa cronaca termina la sua narrazione colla data della consacrazione (517): Consecrata fuit ecclesia Sancti Gavini de Turribus die iiiy Madii anno Domini CCCCXVII, la quale diede origine a tante sconclusionatezze per parte di una pleiade di scrittori del XVII secolo, i quali, come scrisse il Siotto Pintor2, o per la tenuità del soggetto che presero a trattare o pel modo con cui ne scrissero o per entrambi questi rispetti, di storici non ne hanno che il nome.

Fra questi il Vico3 non si peritò d'asserire che sin del sesto secolo Torres era governata dai suoi giudici, mentre nella sua Costituzione Giustiniano nel 534 ridonava all'isola i presidi per governarla e creava i duci delle milizie alla dipendenza gli uni e gli altri dal prefetto del pretorio dell'Africa.

Altri scrittori sardi espressero ed affermarono consimile opinione ma l'errore è così madornale, che non vale l'opera il discuterlo, tanto facilmente si riconosce per tale.

Dovremo per questa grossolana inesattezza e per le tante altre che si riscontrano nella prolissa cronaca far completa estrazione di quanto in essa è contenuto? Il Dottor Giuliano Bonazzi, che nella illustrazione del Condaghe4 di S. Pietro di Silchi5: tratta estesamente e con critica, sciolta dai veli delle leggende e libera da preconcetti, l'origine del giudicato di Torres, combattè l'autenticità di questa cronaca come pure quella di altri condaghi, pubblicati dal Tola nel suo Codex Diplomations

  1. Questa cronaca venne pubblicata per la prima volta in Venezia nel 1497, poscia a Ruma nel 1547 ed infine trascritta in un opuscoletto del Canonico Rocca: Istoria del tempio di S. Gavino edito a Sassari nel 1620.
  2. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna.
  3. Don Francisco Vico, Historia General de la Isla y Reyno de Sardena, Barcellona, 1639, Vol. II, pag. 21.
  4. Colla parola sarda condaghe (χοντὰχιον condacium), si significò l'atto col quale si costituiva un lascito, una donazione a favore di chiese e di monasteri. Inesattamente questa parola venne attribuita ad antiche cronache.
  5. Dr. Giuliano Bonazzi, Il Condaghe di S. Pietro di Silchi, Sassari-Cagliari, Tip. Dessì 1900, pag, XI.