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libro terzo | 189 |
così volle addimandarsi Rolando, terzo di questo nome. Anzi fino i fanciulli e le femmine scagliavano in faccia all’intruso maledizioni e beffe — Ecco qua quel maledetto: non la vincerai ad esser Papa: vogliamo Alessandro eletto da Dio; maledetto eretico, smantacompagni — Le cose erano procedute tanto chiare, che non lasciavano dubbio intorno al Papato di Alessandro: erano stati ben ventiquattro gli elettori di costui, soli due quelli di Ottaviano. Eppure il Conte Palatino che non trovava una scappatoia per far tenere vero Papa il suo Ottaviano, andava dommatizzando, che il maggior numero di Cardinali, perchè nemico all’Impero teutonico, non poteva prevalere a petto del minore, cioè di due1. Queste definizioni tedesche non potevano entrare nel capo del popolo, che fastidito di quelle aperte prepotenze, incominciò a dare in furia, chiedendo si sprigionasse Papa Alessandro. E rotti gl’indugi, messosi a capo Ettore Frangipane ed altri maggiorenti della città, liberò il Papa dalle mani de’ Senatori.
Come questi venne fuori co’ Cardinali, si mise a dare una volta per la città, che fu un vero trionfo; e tutto il popolo e le milizie Romane prese da incredibile gioia, lo festeggiarono con ogni maniera di ossequî. Trasse poi fuori di Roma a farsi consegrare; e giunto a certo sito chiamato Ninfe, un tredeci miglia dalla città, oggi S. Ninfa, riunì tutti i Cardinali alla sacra cerimonia. Vi erano quattro Cardinali Vescovi suburbani, cioè quel di Sabina, di Ostia, di Porto e di Albano, i Vescovi di Segni e di Terracina, molti Abati, e quasi tutta Roma, che gli andava appresso. Fu solennemente consegrato Pontefice dal Vescovo Ostiense, ed incoronato del Regno, ossia del beretto frigio, con la corona in basso.
Intanto Ottaviano poneva ogni opera a trovare qualche Vescovo, che avesse voluto sacrarlo Papa. Tutti i suoi parenti, armigeri e fautori eransi sparsi pe’ vicini paesi per