Pagina:Storia della Lega Lombarda.djvu/363

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libro quinto 357

due potentati. Alessandro rivestito delle insegne pontificali, e circondato da’ Cardinali e da’ Prelati aspettava su la soglia di S. Marco il vegnente Imperadore; il quale com’ebbe affisato il Pontefice, tocco dalla maestà della persona, che a que’ tempi era sfolgorata dalla fiamma di una fede, che non è più, gittò via la porpora, e gli venne a cader boccone ai piedi, che baciò con tutta riverenza. Lo sollevò tosto Alessandro, lagrimando di gioia; lo benedisse. Il popolo intuonò il Te Deum a gran voce; e Federigo presa la mano al Pontefice, sel conduceva nel coro. Stupenda vista davano que’ due, che nello stringersi della mano riseppero come in entrambi cuocesse la febbre dell’ambizione, e della giustizia; stupenda vista que’ Lombardi, che chiudevano nel cuore ebbro di vittoria il dolore del papale abbandono; stupenda vista que’ Prelati tedeschi, che sozzi del sangue e della polvere de’ campi rivedevano in una beata stupidezza il santuario di Dio. Se quel memorando fatto si volesse istoriare su la tela, io non ne darei la condotta ad un solo, ma bensì a tre, che potessero rifondere nella singolarità di un concetto la trina personificazione di que’ gruppi. A Michelangelo la dantesca congiunzione de’ due potentati, a Raffaello l’ideale di que’ visi Lombardi, al Wan-Dyk la corporale vegetazione alemanna. Altri baci e benedizioni nel coro: ed in quel dì non fu più altro.

Il lettore dalle cose fin qui narrate ha potuto conoscere chi fosse Federigo; se ora da superbissimo che era, se lo vedrà innanzi col capo chino, tutto dimesso e stemperarsi in uffici di umilissima suggezione al Pontefice, non maravigli: i Principi van presto agli estremi, quando è a guadagnare qualche cosa; ed han gli occhi troppo alti da poter vedere la bassa logica degli uomini. Il dì appresso, a petizione dell’infervorato Cesare, Alessandro sacrificò solennemente; e nel tornarsene a casa su la mula bianca, Federigo gli tenne la staffa, e gli addestrò la bestia, fino a che con una benedizione non fu licenziato a cessare dall’umile servigio. Il pensiero che Alessandro si