Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/125

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funti le loro sostanze1, a segno tale che in fine ei si rese padrone delle più insigni fabbriche della Città, e delle più belle ville di tutta l’ ltalia, che poscia andarono indispensabilmente a decadere per essere le medesime o lasciate del tutto in abbandono o abitate soltanto da alcuni Schiavi, e Liberti2. Un Principe così crudele, ed avaro avea ben ragione di non gioire che dei vizj de’ suoi sudditi, e di compiacersi di coloro, che gli eran simili, giacchè questi lo adulavano, e lo servivano ne’ suoi capricci3. Perciò tutte le case, i templi, le strade, e le pubbliche piazze non furono mai così ripiene di falsi accusatori come sotto Domiziano4, giacchè al tempo di Trajano, affine di liberar la Città da tal razza di serpenti, si credè necessario di caricarne un’intera squadra navale, e con essa abbandonarli poscia all’onde, e ai venti del mare. Le stesse cause, per cui le persone più indegne si riunivano intorno a Domiziano, e andavano tra loro d’accordo nell’opprimere i migliori soggetti, resero pure questo medesimo Sovrano tiranno, e nemico di tutte le virtù, e dei virtuosi, cui egli invidiava, e temeva ad un tempo5. I maggiori Capitani, come Giulio Agricola, ed altri, sarebbero irremissibilmente periti se

  1. Svet. c. 12.
  2. Plin. panegyr. c. 50, 51.
  3. Ib. c. 45.
  4. Ib. 33, 34. c.
  5. Tac. in Vit. Agric. c. 39-41.