Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/129

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uscire dalle inaccessibili sue camere, altro non era al certo che il desiderio di udir condannare a morte diversi accusati, vederne eseguir la sentenza, e poter contare i lamenti, e i sospiri degli infelici1. Supera infatti ogni credere che nn Tiranno così temuto, e pauroso di tutto, suppor potesse d’essere stimato dagli uomini virtuosi, e ‘ che non solo il Popolo, ma anche i più grandi Oratori e Poeti dell’età sua lo ripntassero un Dio. Egli si rallegrò sommamente allorchè nell’ultima volontà di Agricola scoperse che questo da esso invidiato, e depresso Generale avevalo istituito erede de’ suoi beni unitamente alla propria figlia, e alla propria consorte. La gioja peraltro, che il medesimo provò a questo riguardo, non ebbe certamente origine in lui da avarizia, ma da vanità; poichè servivagli come d’incenso l’essere stato in tal guisa onorato da quel gran Capitano. Il suo spirito era così offuscato dalle continue adulazioni ch’ei non giungeva a comprendere che solo un cattivo Principe può’ essere da un buon Padre messo a parte delle

  1. Tac. in Agricolae vit. c. 45. „ Nero tamen subtraxit oculos jussitque scelera, non spectavit: Praecipua sub Domitiano miseriarum pars erat, videre, et aspici: cum suspiria nostra subsoriberentur: cum denotandis tot hominum palloribus sufficeret saevus ille vultus, et rubor quo se contro pudorem muniebat.